I nostri lontani parenti

Musei, chiese, abbazie...
La presenza dell’uomo su questo territorio è antichissima e ha lasciata tracce sin dalla preistoria, oggi raccolte nel Museo archeologico di Cuorgnè. Dapprima popolato da popolazioni celtiche e poi colonizzato dai romani e successivamente dai Longobardi, che ebbero un importante insediamento a Belmonte, il territorio è profondamente legato al Medioevo e alla figura storica del Marchese Arduino d’Ivrea, avverso ai vescovi conti e scomunicato, incoronato Re d’Italia nel 1002, uscito vincitore dall’assedio dell’esercito imperiale presso la Rocca di Sparone e infine ritiratosi a finire i suoi giorni in odore di santità presso l’Abbazia di Fruttuaria.
L'ottocento
Un altro periodo storico importante per il turismo del territorio è stato il periodo ottocentesco delle “cacce reali” e della presenza dei Savoia e della nobiltà torinese sul territorio e in particolare a Ceresole, che assunse quindi l’appellativo di Reale. Rimangono testimonianze dei vecchi tempi gloriosi nelle ville intorno al lago, nell’antica stazione termale alle Fonti Minerali e nel Grand hotel dove Carducci compose l’Ode al Piemonte e che è oggi tornato ad ospitare i turisti e ospita la sede del nostro Consorzio.

...castelli, torri, caseforti
Numerose sono le tracce del periodo medievale che si possono vedere sul territorio, dai castelli, in parte oggi rimaneggiati in forma di villa (come ad Agliè, a Masino, a Rivara, Castellamonte, Valperga e Pecco), alle torri (a Pont Canavese si fronteggiano la Ferranda, oggi museo del territorio, e la Tellaria; a Cuorgnè la torre tonda e quella quadrata; ma vanno ricordate anche la Torre Cives di Vidracco e quella di Colleretto Castelnuovo, resto dell’antico castello).

Tipiche del territorio le numerose caseforti sorte in area alpina, spesso raggiungibili con brevi passeggiate (Onsino di Sparone, Cà del Cont a Frassinetto, Pianit di Locana, Servino a Ronco, Pertia a Ribordone), a Carema la casaforte ospita ovviamente una cantina….

E sui ruderi ammucchiati,
Dame e prodi in bella mostra,
Sotto scarli inalberati
Noi veniamo a far la giostra:
Su quei greppi, tra quei muri,
Che alla belva furon tana,
Suonan pifferi e tamburi
La vittoria popolana.
— dall'Inno del Carnevale di Ivrea —
Lo Storico Carnevale di Ivrea è invece una straordinaria manifestazione che rievoca momenti diversi della storia e mette in scena l’incredibile battaglia delle arance.
Numerose le chiese che conservano affreschi minori, spesso di età quattrocentesca come la Madonna del Carmine a Prascorsano, la cappella di San Giacomo a Borgiallo, la cappella di San Grato a Canischio, la cappella della Filassola a San Colombano Belmonte.
La parrocchiale di Frassinetto conserva invece opere dell’apprezzato pittore ottocentista Carlo Bonatto Minella, al quale è dedicata anche una piccola pinacoteca.
Numerosi i Santuari testimoni di eventi miracolosi, tra i quali ricordiamo solamente: il Santuario di Prascondù a Ribordone, dove è presente anche un Museo della religiosità popolare, il Santuario di San Firmino a Pertusio, il Santuario di Santa Elisabetta a Colleretto Castelnuovo. Il Santuario di Belmonte con il suo Sacro Monte, patrimonio dell’umanità UNESCO, vale senz’altro una visita in quanto coniuga elementi di interesse artistico e storico (il percorso con le cappelle della Via Crucis sparse sulla collina, la quadreria con gli ex voto, il piccolo museo del santuario) con un paesaggio e una vista straordinaria. Altri santuari popolari sono quelli di Piova, del Belice o dei Milani a Forno, di Sant’Anna dei Meinardi a Locana. Escursione devozionale molto praticata è quella al Santuario di San Besso, in Valle Soana, che si trova a circa duemila metri di quota e che avviene tutti gli anni il 10 agosto e il 1 dicembre, e raduna fedeli in pellegrinaggio dal Canavese e dalla Val d’Aosta.
Nell’area della Dora Baltea passa invece la Via Francigena, che fu, sin dall’alto Medioevo, l’itinerario seguito dai pellegrini di tutta l’Europa del centro nord per raggiungere Roma. Nel 990 la Via fu percorsa, annotata e descritta in 79 giorni dall’Arcivescovo Sigerico tornando a Canterbury da Roma, dopo l’investitura del pallio arcivescovile da parte di Papa Giovanni XV. Il suo diario è quindi la più autentica testimonianza del tracciato, che nel 2004 è stato dichiarato dal Consiglio d’Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” analogamente al Camino de Santiago de Compostela in Spagna. L’Osteria la Sosta a Settimo Vittone, socia del Consorzio, è situata proprio in un antico “hospitale” della Via Francigena, ovvero un punto di sosta e ristoro dei pellegrini, come testimoniato anche dalla lapide di fondazione che risale all’894 dopo Cristo.
Sul territorio delle Valli del Canavese sono particolarmente importanti anche I Saperi del Fare ovvero tutti quegli elementi della cultura materiale e dell’artigianato tradizionale che rendono unico questo territorio.
Partiamo dalla tradizione di lavorazione della terracotta e della ceramica di Castellamonte, città che ospita numerose botteghe di artisti ceramisti, il Museo della Ceramica a Palazzo Botton, la casa museo della Famiglia Allaira e la Fornace Pagliero a Spineto. Proprio nell’edificio della Fornace che è visitabile e ospita esposizioni permanenti, si trova il ristorante nostro socio Peccati con gusto. A Castellamonte si svolge annualmente tra agosto e settembre la Mostra della Ceramica, mentre a Castelnuovo Nigra la via centrale ospita in modo permamente una esposizione di presepi di ceramica. Per scoprire direttamente come si producono i manufatti in ceramica tra i quali le famose stufe tradizionali si può visitare il nostro socio La Castellamonte.
Altra peculiarità del territorio è stata, sin dall’antichità, l’attività mineraria e la lavorazione dei metalli. In Valchiusella, a Traversella si possono visitare le antiche miniere, a Brosso l’ecomuseo della Brossasca e il museo mineralogico Cà ‘d Martolo, mentre nelle Valli Orco e Soana troviamo la lavorazione del rame, con l’ecomuseo di Alpette e la Fucina di Ronco.
I lavori nomadi tradizionali, la vita rurale e agrosilvopastorale che hanno caratterizzato questi territori hanno portato a una presenza diffusa sul territorio di ecomusei, piccoli musei etnografici, opifici e mulini recuperati e trasformati in luogo di visita. Tra questi ricordiamo solamente l’Ecomuseo della castagna di Nomaglio, il Museo della vita alpina di Issiglio, il museo del territorio nella Torre Ferranda e il museo dei Canteir a Pont Canavese, il Museo Spaciafornel a Locana, la Misun ed Barba Censo a Ceresole.