In Canavese la natura è protagonista, sempre
In Canavese la natura è protagonista ovunque, da sempre, e l’uomo, nei secoli, non ha potuto far altro che assecondarla, utilizzandone le risorse, ma senza soffocarla: e così coesistono montagne e corsi d’acqua, paesi e industrie, colline e città, bacini lacustri e pianura.
Da qualsiasi direzione voi arriviate, da aprile ad ottobre è solo uno il colore che vi entra negli occhi e nel cuore: il verde! Il verde dei prati, il verde delle colline, il verde dei vigneti, il verde delle montagne boscose. Il secondo è il blu, in tutte le sue varianti: dall’azzurro del cielo al blu intenso dei laghi.
Il consiglio che vi diamo è quello di scoprire le estese e varie aree protette: ogni angolo riserverà una sorpresa.
Non possiamo che iniziare dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco nazionale in Italia, il cui versante sud è interamente in territorio canavesano. E’ il paradiso dell’escursionismo, con chilometri di sentieri che ripercorrono le Strade Reali di caccia di Vittorio Emanuele II. Qui vivono in libertà stambecchi, camosci, marmotte e aquile reali, facilmente avvistabili e fotografabili con la collaborazione dei Guardiaparco e le tante guide escursionistiche autorizzate. La natura e l’uomo sono entrati in simbiosi, tanto che persino lo sfruttamento delle risorse per l’idro-elettrico ha dato origine a nuovi scorci panoramici, nuovi eco-sistemi, ormai universalmente riconosciuti, come la veduta dei laghi Agnel e Serrù dal Colle del Nivolet. E poi cascate, pareti rocciose aspre, piccole borgate, oltre ai centri abitati mete di un turismo sostenibile come Ceresole Reale, Noasca, Locana, Ronco, Valprato e Ingria, entrato da poco nel club dei Borghi più Belli d’Italia.
Se ci spostiamo a valle, i panorami cambiano e sono i laghi ad offrire preziosi spettacoli naturali.
Il Parco Naturale del Lago di Candia, zona protetta dal 1985, comprende il bacino lacustre di origine glaciale e le fasce costiere circostanti. E’ sulle rotte degli uccelli migratori, tanto che una stazione di inanellamento ne studia gli spostamenti. E’ un eco-sistema delicato, con un ricambio d’acqua molto lento. Offre panorami stupendi soprattutto al calar della sera, con una palette di colori degna di una tavolozza da pittore, pienamente godibili dal battello elettrico gestito dai biologi di Vivere i Parchi che, in laboratori attrezzati, propongono anche varie attività di educazione ambientale.
La zona dei 5 Laghi di Ivrea costituisce un altro tesoro naturalistico tutto da scoprire. E’ un’area geologica unica perché proprio qui si trova la linea insubrica, cioè il luogo di scontro tra la placca europea e quella africana, dove affiorano rocce normalmente presenti a grandi profondità e bacini lacustri creati dall’erosione glaciale: il Lago Sirio, balneabile, che arriva fino a 45 mt. di profondità; il Lago Pistono, dominato da un magnifico castello e caratterizzato dalle “Terre Ballerine”; il Lago San Michele, il Lago Nero e il Lago di Campagna, tutti ricchi di flora, fauna e sentieri praticabili da chiunque.
Il Lago di Viverone, che delimita ad est il Canavese, è il maggior bacino lacustre che il ghiacciaio Balteo ci ha lasciato: quando le sue acque vengono agitate dal vento proveniente dalla Valle d’Aosta pare di essere sul mare in burrasca! Dalle colline che lo circondano si godono panorami sempre diversi e con la sua navigazione si apprezzano angoli di natura selvaggia, vedute di vigneti, siti archeologici palafitticoli.
E poi bacini lacustri di minore estensione ma ugualmente pittoreschi, come Meugliano e Alice, riconosciuti Siti di interesse comunitario.
Altre zone collinari e pedemontane offrono ulteriori spunti per fruire di aree protette.
Nel Canavese nord – occidentale la Riserva Naturale dei Monti Pelati e la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Belmonte, più a sud, la Riserva Naturale della Vauda, caratterizzate da unicità introvabili altrove.
Siti di alto valore storico, per gli insediamenti di cui si sono ritrovati reperti, ospitano paesaggi a tratti quasi “lunari” e desertici, rocciosi, a tratti simili alla baraggia vercellese, con alternanza di aree umide e aree di brughiera, dove persino la flora e la fauna hanno dovuto adattarsi per la sopravvivenza in ambienti ostili.
E visto che di acqua il Canavese è ricco (per questo è così verde!), perché non scoprire gli altri fiumi e torrenti che lo attraversano? Oltre al Po, il corso più rilevante è la Dora Baltea, con le sue acque cerulee (grigio-azzurre), unico fiume italiano dal regime nivo-glaciale. I migliori punti di osservazione, sebbene poco naturalistici, sono i ponti che la attraversano in pieno centro abitato di Ivrea: anche se oggi può sembrare impossibile, il fiume costituiva un importante porto fluviale dell’impero romano.
E poi ci sono i torrenti: l’Orco, proveniente dall’omonima valle, che, con il suo nome, evoca tutta la potenza e l’irruenza di quando è in piena (ma per i canavesani è “l’Eva d’Or”, cioè l’acqua d’oro, per le pagliuzze di prezioso metallo che ancora oggi trascina a valle); il Soana, che del primo ne è affluente; il Chiusella, anch’esso simbolo di un’intera vallata, selvaggia e un po’ misteriosa, scavalcato, nella parte iniziale del suo
corso, da splendidi ponti a schiena d’asino in pietra, movimentato da generosi salti che creano
scenografiche cascate e poi, più in basso, splendide piscine naturali dalle acque cristalline; il Malone che attraversa la parte più meridionale del Canavese.