Descrizione

Partenza: Pont-Saint-Martin, stazione ferroviaria (310 m)

Arrivo: Piverone, Lido di Anzasco (230m)

Lunghezza: 36.6 km

Dislivello: 600 m

Tempo di percorrenza: 2h 30m

Difficoltà:  BC (cicloescursionismo)

Periodo consigliato: tutto l’anno

ACCESSO

Con i mezzi pubblici: Treno linea Ivrea-Aosta, stazione di Pont-Saint-Martin. Autobus SADEM linea 265 Torino-Ivrea-Pont Saint Martin. Orari e informazioni: www.sadem.it, tel. 011 3000611

In auto: Autostrada Torino-Aosta, uscita Pont Saint Martin. Da qui imbocchiamo la SS26 verso Carema, e arrivati alla rotonda dopo il torrente Lys giriamo a destra verso la stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin, e lasciamo l’auto nel parcheggio della stazione.

DESCRIZIONE

Dalla stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin imbocchiamo sulla destra via Caduti del Lavoro, raggiungiamo la SS26 che prendiamo verso destra facendo molta attenzione al traffico, per lasciarla poco dopo in direzione del centro di Carema. Percorriamo via Torino, alla rotonda riprendiamo la SS26, dopo 1,5 km svoltiamo a sinistra in direzione di Airale, e al primo incrocio proseguiamo dritto su una carrareccia in leggera discesa. Attraversiamo il camping Mombarone, dopo il ponte teniamo la destra e arrivati a Torredaniele giriamo a sinistra allo stop. Al bivio successivo giriamo a destra su una strada lastricata, e dopo aver attraversato il paese seguiamo la Via Francigena svoltando a destra su una strada asfaltata e poi a sinistra su una carrareccia. Arrivati in prossimità della SS26 giriamo a sinistra su un viottolo lastricato che sale verso Cesnola, un grazioso villaggio in mezzo ai vigneti. Entriamo in paese, nella piazza principale svoltiamo a destra e poco dopo a sinistra, seguiamo la Via Francigena per costeggiare la chiesa di San Rocco e arrivare a Settimo Vittone, dove in corrispondenza dei ruderi della chiesa di San Sebastiano proseguiamo dritto. Attraversiamo il bel centro storico e ci riportiamo sulla SS26, che percorriamo con molta attenzione per 900 m. A Montestrutto giriamo a sinistra per attraversare il centro storico, costeggiare l’area verde e la bella falesia, dove possiamo riposarci o rifocillarci al bar o alla vicina agri-gelateria. 

Riprendiamo la Via Francigena per attraversare Ivozio e arrivare a San Germano, dove svoltiamo a sinistra di fronte alla chiesa verso l’interessante zona del Balmetti, cantine naturali ricavate nella roccia morenica del Mombarone, e costeggiamo l’imponente stabilimento abbandonato dell’antica birreria De Giacomi, interessante esempio di archeologia industriale. Continuiamo sulla Via Francigena verso Borgofranco d’Ivrea, entriamo nel centro storico e di fronte alla chiesa parrocchiale lasciamo la Via Francigena per girare a sinistra su via Mombarone, e poi ancora a sinistra su Via Andrate. Al bivio in corrispondenza di un ponticello svoltiamo a sinistra e subito dopo a destra sulla SP73, che percorriamo in salita fino al bivio per Chiaverano, dove imbocchiamo la SP74. Proseguiamo lungo la bella strada panoramica, attraversiamo Bienca e giriamo a sinistra in salita verso località Richeda, dopo un tratto in ripida salita svoltiamo a sinistra al bivio a T. Saliamo fino all’incrocio con una strada asfaltata, dove proseguiamo dritto in discesa per 300 m, per poi imboccare a sinistra via Casale Serra. Alla fine della strada asfaltata pieghiamo a destra per imboccare la bellissima carrareccia panoramica che scende fino alla strada asfaltata, dove teniamo la sinistra in salita, proseguendo lungo il viottolo selciato fino ad arrivare al crinale della Serra Morenica. Scendiamo nel bosco, incrociamo una strada asfaltata dove teniamo la destra in discesa, costeggiamo la bella chiesa romanica della Maddalena, risalente all’XI secolo, e al bivio successivo giriamo a sinistra per Via Salecchio, affrontando una ripida salita che abbandoniamo al terzo tornante, dove proseguiamo dritto su una carrareccia che conduce all’antico campanile di San Martino, detto anche il Ciucarun. Il campanile è ciò che resta di una chiesa romanica costruita nell’XI secolo e demolita nel 1700, che fu la parrocchiale di Pærno, un villaggio che sorgeva nella ampia radura in cui svetta il campanile e che venne abbandonato nel XIII secolo.  

Proseguiamo dritto lungo la carrareccia in leggera discesa, giriamo a destra lungo una bella strada asfaltata dove possiamo ammirare il bel panorama sulla piana che si trova al centro dell’anfiteatro morenico di Ivrea. Al bivio a T giriamo a sinistra, scendiamo fino alla SP338, che percorriamo per 400 m per poi girare a sinistra verso la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, un altro bell’esempio di stile romanico canavesano. Proseguiamo lungo la strada asfaltata seguendo i segnali della Via Francigena, scendiamo fino alla strada Palazzo, dove giriamo a sinistra. Arrivati a Palazzo Canavese giriamo a destra per entrare nel centro storico, in piazza Olivetti giriamo a sinistra su via dei Mulini e subito a destra su via XX Settembre, e quindi a sinistra su via Asilo, dove ritroviamo la segnaletica della Via Francigena, che ci riporta sulla strada provinciale per Piverone. 

Dopo un tratto di ripida salita attraversiamo l’antico borgo di Piverone, dove possiamo ammirare l’antica torre-porta campanaria. Arrivati alla chiesa parrocchiale la costeggiamo seguendo la Via Francigena per uscire dal paese e imboccare una carrareccia tra le vigne, che conduce alla meravigliosa chiesetta di San Pietro in Livione, più conosciuta come Gesiùn, risalente al XI secolo. 

Attraversiamo la strada asfaltata e proseguiamo dritto su strada Novello Secondo, per riprendere poco dopo una bella carrareccia dove teniamo la destra per attraversare un tratto boscoso, delimitato da muretti a secco. Al bivio a T giriamo a destra in discesa, e raggiungiamo strada Rapella, dove abbandoniamo la Via Francigena per svoltare a destra e scendere verso strada per Viverone. Arrivati sulla strada statale del lago di Viverone l’attraversiamo e imbocchiamo il viottolo che porta verso il lago; giriamo a destra per percorrere il bel lungolago, dove a seconda della stagione possiamo ammirare varie specie di uccelli acquatici: anatre, folaghe, svassi, aironi cinerini, e altre specie di uccelli che transitano dal lago durante le migrazioni oppure svernano lungo le sponde e nelle aree umide. Arrivati al lido di Anzasco giriamo a destra costeggiando la piccola chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie, risalente al X secolo e restaurata nel Settecento.

?
Esporta