Partenza: Pont-Saint-Martin, stazione ferroviaria (310 m)
Arrivo: Borgofranco d’Ivrea, stazione ferroviaria (256m)
Lunghezza: 16.2 km (17.4 con variante Nomaglio)
Dislivello: 540 m (800 m con variante Nomaglio)
Tempo di percorrenza: 5h 30m
Difficoltà: E
Periodo consigliato: tutto l’anno
ACCESSO
Con i mezzi pubblici: Treno linea Ivrea-Aosta, stazione di Pont-Saint-Martin. Autobus SADEM linea 265 Torino-Ivrea-Pont Saint Martin. Orari e informazioni: www.sadem.it, tel. 011 3000611
In auto: Autostrada Torino-Aosta, uscita Pont Saint Martin. Da qui imbocchiamo la SS26 verso Carema, e arrivati alla rotonda dopo il torrente Lys giriamo a destra verso la stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin, e lasciamo l’auto nel parcheggio della stazione.
DESCRIZIONE
Il percorso è relativamente lungo e impegnativo e conviene frazionarlo in due tappe, da percorrere in giornata, utilizzando l’autobus per ritornare al punto di partenza (le fermate si trovano in ogni centro abitato lungo il percorso), oppure in due giorni pernottando a Settimo Vittone o a Montestrutto.
Dalla stazione ferroviaria di Pont-Saint-Martin imbocchiamo la pista ciclopedonale che costeggia i binari, accanto al bar. Giriamo a destra in direzione del centro, e al bivio a Y teniamo la sinistra, seguendo la ciclabile lungo il torrente Lys. Superato il sottopassaggio della circonvallazione teniamo la destra, attraversiamo via Monte Rosa e proseguiamo dritto su una stradina asfaltata fino a via della Resistenza, dove giriamo a sinistra e dopo 30 m prendiamo un vialetto pedonale che sale a destra. Arrivati sulla Via Francigena giriamo a destra e la seguiamo fino ad arrivare a un incrocio in prossimità della statale, dove svoltiamo a sinistra su via Sant’Erasmo. Giungiamo nuovamente sulla statale e la imbocchiamo proseguendo sul marciapiede; dopo 40 m svoltiamo a sinistra su via Schigliatta, costeggiamo l’ostello di Pont-Saint-Martin e dopo un tratto di salita imbocchiamo un sentiero in discesa che si stacca sulla destra in corrispondenza di una curva. Dopo 50 m incrociamo il Sentiero dei Vigneti di Carema, e lo seguiamo lungo un itinerario che sale ripido tra le vigne, di cui possiamo ammirare i caratteristici pilun. Arrivati alla cappella di San Rocco, risalente al XVII secolo, dove è presente un’area di sosta in cui possiamo riposarci, la costeggiamo sulla sinistra, per arrivare a un primo punto panoramico sul centro storico di Carema. Scendiamo lungo una ripida scalinata, percorriamo una strada interpoderale in cui possiamo osservare sulla sinistra i caratteristici terrazzamenti, costeggiamo il punto di partenza di una cremagliera utilizzata in passato dai contadini ed entriamo nell’abitato. Costeggiamo la Casa della Musica, sede della banda, e arriviamo in via Basilia, in prossimità di un’antica fontana datata 1571.
Saliamo verso la chiesa parrocchiale di San Martino, giriamo a destra per arrivare a una piazzetta dove possiamo ammirare il campanile della chiesa parrocchiale (XVIII secolo), la fontana di San Matteo, datata 1460, e l’omonima chiesa romanica. Poco dopo vale la pena di fare una piccola deviazione e girare a sinistra sul via Senevera e poi su via Piazzetta, per apprezzare il Palazzotto Ugoneti, un’interessante casaforte medievale. Torniamo sui nostri passi, riprendiamo via San Matteo, e arriviamo in prossimità di un’altra casaforte: la “Gran Masun”, un edificio alto-medievale sede di un info-point e un museo multimediale sul vino e i paesaggi vitati.
Proseguiamo dritto su una carrareccia, attraversiamo una strada asfaltata e imbocchiamo un viottolo che s’inoltra tra i vigneti. A un bivio a Y teniamo la destra in salita percorrendo un tratto molto panoramico, fino alla cappella Siei, dedicata a San Grato, dove iniziamo la discesa. Arrivati a un bivio al limite del bosco saliamo a sinistra su una mulattiera. Dopo circa 400 m in corrispondenza di un cartello artigianale che indica il Castello di Airale dobbiamo prestare molta attenzione a un sentiero poco visibile, che si stacca sulla destra e raggiunge un guado sul vicino ruscello. Superiamo il guado e teniamo la sinistra lungo la traccia che sale verso la sommità dell’enorme roccia che lo sovrasta, per poi piegare a destra; proseguiamo lungo la traccia, facendo molta attenzione perché tende a confondersi nel bosco e in cima alla salita possiamo ammirare un bel panorama sulla valle della Dora e su Carema.
Scendiamo fino a uno spiazzo in piano dove giriamo a sinistra, imboccando una suggestiva mulattiera che scende ripida nel bosco, fino a un bivio in corrispondenza di un vigneto che domina l’abitato di Airale, dove giriamo a destra. In corrispondenza di questo bivio nella parete a sinistra si intuisce una fessura nella roccia, quasi completamente invasa dalla vegetazione: se la penetriamo scopriremo un’enorme “balma”, con due casette in sasso costruite sotto i massi erratici.
Arrivati ad Airale prendiamo a sinistra un sentiero che costeggia la recinzione di una villa, attraversiamo il paese e di fronte alla chiesa giriamo a sinistra, per superare il vicino ponte sul torrente Chiussuma. Arrivati a una strada teniamo la sinistra in salita, al bivio a Y teniamo la sinistra su via Sengie, e poco dopo imbocchiamo sulla destra un sentierino parallelo alla strada asfaltata, in direzione di Cesnola. Dopo un bellissimo tratto panoramico in costa tra i vigneti arriviamo su una strada asfaltata che imbocchiamo verso destra in discesa, e dopo 100 m giriamo a sinistra su una mulattiera che costeggia un interessante complesso rurale e scende verso il castello di Cesnola. Con una piccola deviazione dal percorso è possibile raggiungere i ruderi del castello, la cui parte più antica risale all’XI secolo, e che non è visitabile per motivi di sicurezza; dallo sperone roccioso di fronte all’ingresso si gode una bella vista sulla vallata.
Riprendiamo la mulattiera, che in questo tratto appare in tutta la sua bellezza: osservandola di lato si può apprezzare il rilevato in pietra, costruito con grande perizia da anonimi artigiani che in tempi remoti hanno realizzato una “grande opera”. Arrivati a Cesnola, in via Ronchi giriamo a destra in discesa, superiamo il torrente e imbocchiamo a sinistra la mulattiera che lo costeggia, risalendo il versante della vallata. Dopo 150 m giriamo a destra su una mulattiera che prima sale a tornanti tra i vigneti e poi entra in un bosco, e lo attraversiamo fino all’incrocio con una carrareccia che prendiamo verso destra, proseguendo in piano. Sbuchiamo su una strada asfaltata in discesa, e la percorriamo fino ad arrivare in località Costanza, dove all’incrocio in corrispondenza della cappella di San Grato procediamo dritto in discesa lungo la stradina che attraversa l’abitato. A un bivio a Y teniamo la sinistra, e all’incrocio successivo attraversiamo una strada asfaltata e proseguiamo dritto verso la vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove giriamo a sinistra. Attraversiamo la strada per raggiungere la pieve romanica di San Lorenzo, in genere visitabile nei giorni festivi grazie ai volontari.
Ritorniamo sui nostri passi e seguiamo la Via Francigena, che costeggia il complesso di San Lorenzo e giriamo a sinistra su una mulattiera. Percorriamo un tratto spettacolare, passando sotto un vigneto a pergola, e arriviamo a una strada asfaltata che prendiamo verso sinistra. Saliamo fino all’imbocco di una mulattiera che prima corre in trincea tra le vigne e poi scende nel bosco, fino a un grande vigneto, dove proseguiamo lungo una mulattiera a mezza costa che attraversa un torrente. Lungo il cammino oltrepassiamo un antico borgo distrutto. Incrociamo una strada asfaltata molto ripida che imbocchiamo verso sinistra, arrivati a una casa proseguiamo dritto lungo una mulattiera, alla fine della salita proseguiamo diritto lungo un sentiero che poco dopo incrocia una nuova mulattiera. Qui se giriamo a destra scendiamo verso Montestrutto, mentre a sinistra saliamo verso Nomaglio.
Percorso principale: scendiamo verso il centro del paese sulla Via Francigena, giriamo a sinistra per uscire dal centro storico e costeggiare l’area verde e la bella falesia, dove possiamo riposarci o rifocillarci al bar o alla vicina agri-gelateria. Riprendiamo la Via Francigena per attraversare Ivozio e incrociare la variante per Nomaglio.
Variante per Nomaglio: percorriamo la bellissima mulattiera, lungo la salita superiamo un arco accanto a un antico edificio in rovina e proseguiamo fino al vecchio mulino di Nomaglio, ora sede dell’Ecomuseo della Castagna. Proseguiamo dritto lungo una strada asfaltata fino a un bivio, dove se proseguiamo dritto raggiungiamo il centro storico di Nomaglio, che merita una deviazione per la visita, mentre se giriamo a destra proseguiamo il nostro itinerario lungo la mulattiera che scende verso San Germano. Questo percorso è un'altra dimostrazione della perizia costruttiva degli artigiani locali. E’ un piacere ammirare la bellezza dei selciati e dei muri di contenimento dell’antica via.
Ritornati sul percorso principale proseguiamo lungo la Via Francigena verso Borgofranco d’Ivrea, entriamo nel centro storico e di fronte alla chiesa parrocchiale lasciamo la Via Francigena per girare a destra su via Mombarone, poi ancora a destra per via Olivetti e a sinistra sul via Roma. Arrivati sulla SS26 la imbocchiamo verso destra per raggiungere la vicina stazione ferroviaria, dove si conclude l’itinerario.